“Sto parlando.
Metti in play il video e osserva quello che sto dicendo, senza ascoltare.
Perché le parole sono importanti.
Da una vita intera lotto con le parole: le prendo, le strappo, le strapazzo, le dilanio, le cancello, le dimentico, le cerco, non le trovo.
Godard, nel suo film ‘Due o tre cose che so di lei’, dice: “il linguaggio limita il mondo, il mio linguaggio limita il mio mondo”.
Allora quando io parlo -o scrivo- definisco il mondo, gli attribuisco contorni netti, passaggi nitidi, insiemi chiusi. Lo rendo facile, questo è vero, ma subito dopo mi ricordo che c’è un prezzo da pagare. In questo caso il prezzo è la perdita delle sfumature, dei colori incerti, della vastità e della ricchezza delle cose. E’ un prezzo altissimo, se ci pensiamo, anche se l’abitudine ce l’ha fatto dimenticare.
Scrivere e parlare sono due atti che contengono in sè il principio della vita e dell’universo: creano e distruggono nello stesso istante.
Creano, perché qualcosa inizia ad esistere nella mia mente solo nel momento in cui gli attribuisco un nome; distruggono, perché in quel preciso istante ho ridotto l’immensità ad una sola parola, definibile e consultabile su un qualunque dizionario.
Ora ti svelerò che io osservo molto, ma parlo poco. Il mio mondo è il mondo di un miope. Tutto ha la trama sfuocata del sogno, della vacuità, e non so dove finisce un elemento e ne inizia un altro.
Anche in questo caso c’è un prezzo da pagare: non avrò mai definizioni precise, e non mi resterà che affidarmi alle sensazioni, o a tutte le altre cose che parlano senza usare la voce.
Metti in play il video e immagina quello che sto dicendo.
E’ esattamente quello che sto cercando di dirti.”
Federica Orlati