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no words

“Sto parlando.
Metti in play il video e osserva quello che sto dicendo, senza ascoltare.

Perché le parole sono importanti.
Da una vita intera lotto con le parole: le prendo, le strappo, le strapazzo, le dilanio, le cancello, le dimentico, le cerco, non le trovo.
Godard, nel suo film ‘Due o tre cose che so di lei’, dice: “il linguaggio limita il mondo, il mio linguaggio limita il mio mondo”.

Allora quando io parlo -o scrivo- definisco il mondo, gli attribuisco contorni netti, passaggi nitidi, insiemi chiusi. Lo rendo facile, questo è vero, ma subito dopo mi ricordo che c’è un prezzo da pagare. In questo caso il prezzo è la perdita delle sfumature, dei colori incerti, della vastità e della ricchezza delle cose. E’ un prezzo altissimo, se ci pensiamo, anche se l’abitudine ce l’ha fatto dimenticare.
Scrivere e parlare sono due atti che contengono in sè il principio della vita e dell’universo: creano e distruggono nello stesso istante.
Creano, perché qualcosa inizia ad esistere nella mia mente solo nel momento in cui gli attribuisco un nome; distruggono, perché in quel preciso istante ho ridotto l’immensità ad una sola parola, definibile e consultabile su un qualunque dizionario.

Ora ti svelerò che io osservo molto, ma parlo poco. Il mio mondo è il mondo di un miope. Tutto ha la trama sfuocata del sogno, della vacuità, e non so dove finisce un elemento e ne inizia un altro.
Anche in questo caso c’è un prezzo da pagare: non avrò mai definizioni precise, e non mi resterà che affidarmi alle sensazioni, o a tutte le altre cose che parlano senza usare la voce.
Metti in play il video e immagina quello che sto dicendo.
E’ esattamente quello che sto cercando di dirti.”

Federica Orlati

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InduoVoiceyJazz_TheFirstOther

Ci piaceva per i cappelli, ovviamente, e anche se quelli sono solo un pretesto, in questo primo link esterno li teniamo (ma iniziamo a divagare già dalla simpatica bombetta)…E poi, beh poi sono bravi, e questo video “fatto in casa”, la noia la ammazza e poi la seppellisce pure, per pena.

Chi sono?

Voice & Tapping bass
Rossella Cosentino & Marco Berti

La formazione musicale Induo nasce a Bologna nel 2007, dal basso elettrico a 4 corde di Marco Berti e la voce di Cosentino Rossella.
Si è consolidata poi in territorio cilentano, nel trio Acoustic Shades con l’aggregazione di un terzo musicista, Gino D’Ignazio (al sax soprano, contralto, tenore e flauto traverso).
Toccando agli esordi, nel Febbraio 2009, la città di Bruxelles, e con l’esperienza di esibizioni in rassegne jazz, come “La Vena del Jazz” ed “Imola in Musica”, organizzate dal Combo Jazz sotto la direzione artistica di Fabio Ravaglia, ha poi continuato ad esibirsi prevalentemente nel sud Italia, in un tour auto organizzato che per due estati, nel 2009 e nel 2010 ha toccato diverse località della Calabria, Campania, Basilicata e nell’autunno 2010 la città di Berlino.
Con entrambe le formazioni INDUO si è esibito in diversi contesti ed eventi come: Il festival “Eboli in Blues”, la “Notte Bianca” e “La Giornata dell’Arte” di Sapri, la “Fiera itinerante di Arti e Mestieri Odierni” dell’associazione A.U.S.S., nell’ambito del “Meeting del mare” di Palinuro e della Rassegna “Acoustica” di Grotta Minarda(Avellino), il Teatro Comunale di Vallo della Lucania.

Il repertorio tocca senza confini di genere,brani di composizione originale, jazz cantato, blues, swing, etnosound.

Li trovate anche qui:

http://www.myspace.com/induovoiceyjazz

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